"Zeus e Ganimede"

acrilico su tela, 50 x 40 cm

Nell'Iliade di Omero, Diomede racconta che il Signore degli Dei, affascinato dalla sublime bellezza rappresentata da Ganimede, lo volle rapire nei pressi di Troia in Frigia, offrendo in cambio al padre una coppia di cavalli divini e un tralcio di vite d'oro.
Zeus per sottrarre Ganimede alla vita terrena si sarebbe camuffato da enorme aquila; si avventò sul ragazzo mentre esso stava pascolando il suo gregge, se lo portò sull'Olimpo dove ne fece il suo amato (per questo motivo nelle opere d'arte antiche Ganimede è spesso raffigurato accanto a un'aquila, abbracciato a essa, o in volo su di essa).
Tutti gli dei erano estasiati nel vedere il bel giovane in mezzo a loro, con l'eccezione di Era; la moglie di Zeus considerava infatti Ganimede come un rivale più che mai pericoloso.
Zeus ha successivamente messo Ganimede nel cielo come costellazione dell'Acquario la quale è strettamente associata con quella dell'Aquila e da cui deriva il segno zodiacale dell'Acquario. 

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